Arriva la proposta di legge contro il “meat sounding” che intende stabilire le regole per la denominazione dei prodotti di origine vegetale
Il provvedimento Disposizioni in materia di denominazione dei prodotti alimentari contenenti proteine vegetali, perdotti di origine vegetale, nasce con l’intento di “tutelare le produzioni zootecniche del nostro Paese da coloro che vogliono offrire alternative di consumo, sfruttando i nomi normalmente riferiti a carne e prodotti a base di carne con la propria notorietà”.
Nella proposta normativa si legge, infatti, che negli ultimi anni c’è stato un “proliferare di alimenti a base vegetale posti in commercio con l’uso distorto di nomi riferiti alla carne e ai prodotti a base di carne.
La diffusione di denominazioni come «bresaola di seitan», «bistecca di tofu» o «prosciutto veg» rende evidente un fenomeno tanto disdicevole quanto diffuso: usare denominazioni di vendita tradizionalmente associate alla carne per sfruttarne la notorietà e le analogie che questa suscita nella mente del consumatore”.
Per il legislatore “serve inoltre a garantire che i consumatori siano consapevoli delle differenze nutrizionali tra le due tipologie di prodotti”.
Quindi per non indurre il consumatore in errore circa le caratteristiche dell’alimento, i suoi effetti o le sue proprietà, per denominare un prodotto trasformato contenente proteine vegetali è vietato l’uso di:
- denominazioni legali riferite alla carne, a una produzione a base di carne o a prodotti ottenuti in prevalenza da carne
- riferimenti a specie animali o a gruppi di specie animali o a una morfologia o a un’anatomia animale
- terminologie specifiche della macelleria, della salumeria o della pescheria
- nomi di alimenti di origine animale rappresentativi degli usi commerciali.
La proposta di legge è stata molto apprezzata da Assica (Associazione Industriali Carni e Salumi): “Un’ottima iniziativa che attendevamo da tempo – ha dichiarato Ruggero Lenti, Presidente dell’associazione – e per la quale ci siamo a lungo impegnati. Ringraziamo l’onorevole Carloni, Presidente della Commissione Agricoltura della Camera e primo firmatario, e tutti gli onorevoli che hanno sottoscritto il disegno di legge” che mirerebbe a garantire una concorrenza leale tra operatori del settore alimentare.
Peraltro, l’Unione Europea si è già espressa sul tema nel 2017 affermando che le denominazioni non protette legate alle produzioni di carni possono essere usate per prodotti 100% vegetali: “La Commissione ribadisce come non si preveda attualmente di introdurre nuove denominazioni tutelate per i prodotti a base di carne, ritenendo che le disposizioni applicabili offrano una base giuridica sufficiente per tutelare i consumatori da indicazioni ingannevoli.
Il riferimento è all’allegato VI parte A, punto 4 del Reg UE 1169/2011: Nel caso di alimenti in cui un componente o un ingrediente che i consumatori presumono sia normalmente utilizzato o naturalmente presente è stato sostituito con un diverso componente o ingrediente, l’etichettatura reca una chiara indicazione del componente o dell’ingrediente utilizzato per la sostituzione parziale o completa.”